«I podcast sono un’occasione di confronto fra genitori, offrono la possibilità di sentirsi meno soli e permettono di prendere atto del fatto che le proprie difficoltà sono condivise e universali». Valentina Fumuso, psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico specializzata in genitorialità e infanzia, parla del podcast come di un mezzo del quale non si può fare a meno nel percorso di crescita dei figli e più in generale nella routine mediatica delle famiglie. Per l’esperta, che a Roma si occupa di sostegno alla genitorialità creando e utilizzando come strumento le storie per i bambini, le storie narrate in audio sono «importanti e necessarie, per i genitori come per i bambini».
L’OFFERTA, DALLE ESPERIENZE DI AUTO AIUTO AI ROLE MODEL
Un pensiero, quello della psicoterapeuta, che si ritrova tradotto nella pratica di un podcast come Educare con calma, nato nell’anno della pandemia – era il luglio 2020 – dall’idea di Carlotta Cerri, blogger trilingue di ispirazione montessoriana con una forte attenzione alla sostenibilità (il suo blog si intitola La tela). Rappresentando la quotidianità dell’esperienza genitoriale, fra articoli letti e libri consultati, difficoltà e “amicizia con gli errori”, «questo podcast è un’esperienza di auto aiuto, un’autobiografia a puntate che offre conforto ad altri genitori che attraversano le stesse difficoltà», aggiunge Fumuso. «Altro ascolto nel quale ritrovarsi insieme a una comunità di genitori di figli adolescenti, che permette di specchiarsi nella generazione dei giovanissimi all’insegna delle emozioni condivise, è Corpi liberi».
Sulle piattaforme di streaming la categoria “kids” e quelle dedicate a famiglie o genitori offrono una grande varietà: si passa da Genitori in trance (Gli Ascoltabili), dove il neuropsichiatra Furio Ravera affronta il tema dell’identità di genere, a Con Barbie puoi essere tutto ciò che desideri (Podcastory, in collaborazione con Mattel), che racconta storie di donne, modelli per bambine e bambini. Ci sono i podcast nati da serie tv come Meteoheroes (Vois), con protagonisti sei piccoli supereroi che difendono la Terra dal cambiamento climatico, e podcast di divulgazione per l’infanzia, come Raccontascienza, dove ricercatori e ricercatrici della Fondazione Bruno Kessler spiegano, in 10 minuti, perché sentiamo il vento sulla pelle o il motivo per cui vediamo l’arcobaleno nel cielo.
INTRATTENIMENTO MULTITASKING E STRUMENTO CONTRO LA SOLITUDINE
Dall’ultima ricerca di NielsenIQ per Audible (settembre 2022) emergono dati interessanti su podcast e genitorialità. L’indagine rivela una crescita ininterrotta per il mondo dei podcast da sei anni a questa parte. Nel 2022 quasi un milione di italiani in più rispetto al 2021 dichiara di aver ascoltato almeno un podcast: in totale sono 15,4 milioni di persone, che percepiscono il podcast come un sistema di «intrattenimento multitasking», una sorta di «assistente magico» in grado di combattere i sentimenti di solitudine (35%) e di noia (40%). Il 51% lo ritiene inoltre un valido supporto didattico. Fra gli ascoltatori che sono genitori, circa la metà ha figli che ascoltano podcast. Per il 41% sono stati i figli la fonte di conoscenza dell’intrattenimento in audio, mentre il 22% racconta di aver fatto conoscere ai propri figli un podcast per la prima volta.
“GENITORI ONESTI”, IL PODCAST CORALE DI VALERIA FIORETTA
A proposito di genitori e podcast, in questi giorni esce su Storytel la seconda stagione di Genitori Onesti della consulente di comunicazione e marketing Valeria Fioretta (@gynepraio), podcast pensato per i “già-genitori, neo-genitori e quasi genitori”. «Mi ero resa conto che fra i podcast mancavano contenuti sul tema della genitorialità. Invece il mezzo audio è particolarmente adatto ai neogenitori, che vedono il proprio tempo drasticamente ridotto e che magari sono troppo stanchi la sera per concentrarsi sulla lettura di un libro», racconta Fioretta a Qdo. Nasce così Genitori Onesti, che nella prima edizione – ideata nel 2019 e lanciata nel 2020 – si concentra sulla fase che va dagli zero ai sei mesi. «Questa seconda stagione è dedicata alla fascia sei mesi-due anni. Il punto di vista è la chiave. Non si parla di bambini ma di genitori, e lo si fa in maniera corale: fra ospiti ed esperti si alternano, in sei puntate, 25 voci diverse».
Le storie sono lo spunto per riflettere sulla genitorialità: ogni puntata si apre con un contenuto pop – un romanzo o un film, un libro o una serie tv – per fornire anche degli spunti di svago. «Mi piace l’idea di dare dei suggerimenti per divertirsi e distrarsi. Nella seconda stagione abbiamo inserito anche estratti provenienti da audiolibri, creando delle connessioni fra i vari contenuti in audio», spiega Valeria Fioretta.
IL PODCAST COME RITORNO ALL’INFANZIA
«Il podcast risponde all’istinto che abbiamo di narrare, utilizzando le storie come ossigeno della mente», commenta la psicoterapeuta Valentina Fumuso: tutti gli adulti conservano dell’infanzia il fatto di attingere alla creatività attraverso degli stimoli. «Con l’accostamento della voce narrante e della musica di sottofondo, il podcast è uno stimolo completo, che evoca esperienze infantili. Così il genitore grazie al contatto con le storie recupera l’esperienza dell’infanzia che gli consente di sintonizzarsi con lo sviluppo del figlio». Inoltre i podcast, essendo contenuti on demand, presuppongono una scelta: questo atto di selezione permette al genitore di scegliere podcast che gli appartengono e di trasmettere temi e storie ai propri figli.
Mamma di un bambino di sei anni, Valeria Fioretta è anche una fruitrice di podcast: «Fra quelli per genitori strade interessanti sono percorse da L’ora della Mamma di Natalia Levinte, che apprezzo per i temi arditi e la scelta degli ospiti, e L’Educazione Responsabile di Alli Beltrame, sulle “strategie di sopravvivenza” per genitori alle prese con l’infanzia e l’adolescenza dei propri figli, dove emerge un profondo lavoro di scrittura focalizzato sul tema dell’educazione». E sui contenuti per bambini non ha dubbi: «Le fiabe per bambini devono essere scritte ed editate bene, perché hanno la grande responsabilità di “sostituire” la fonte audio migliore che un bambino possa ascoltare – la voce di una persona a cui vuole bene – quando il genitore ha legittimamente bisogno di staccare, di dedicarsi a sé». Un esempio? «Consiglio di puntare sulla qualità delle raccolte Disney: ogni storia dura in media 20 minuti, il tempo di una doccia per la mamma o di un viaggio in auto non abbastanza lungo perché il bambino si addormenti e ideale per condividere l’ascolto di una bella fiaba. E per i più piccoli ci sono le storie dedicate a Geronimo Stilton, che permettono di ritrovarsi in una perfetta triangolazione fra libro, cartone e audio narrato».
ASCOLTO CONDIVISO E ALTRI CONSIGLI DI FRUIZIONE
Se nella fase dagli zero ai tre anni è consigliata la lettura come esperienza che lega a 360 gradi il bambino e la figura adulta – stimola attenzione, concentrazione, sviluppo della creatività – in quella successiva l’ascolto condiviso del podcast mantiene e accresce quegli stessi stimoli. «La presenza fisica dell’adulto garantisce al bambino la possibilità di ricevere immediatamente risposte alle sue possibili domande. Fino ai cinque anni sono ideali storie come Le Fiabe Prudenti di Sky, scritte da Stefania Andreoli». Lette da Anna Foglietta e uscite in occasione dei 40 anni dalla scomparsa di Alfredino Rampi, insegnano ai più piccoli a vivere in sicurezza e a vincere la paura tenendo sempre gli occhi bene aperti.
«Dai sei anni in avanti, invece, quando lo sviluppo del linguaggio è completo, la fruizione autonoma dei podcast è un ottimo supporto che il genitore può utilizzare anche in quei momenti in cui non riesce a mantenere una presenza costante». A differenza di quanto accade per gli adulti, che generalmente mentre ascoltano fanno anche altro, il podcast per i bambini – a cui è dedicato il seminario “Bambini all’ascolto”, in programma il 9 dicembre durante il Lucia Festival – è uno strumento di intrattenimento più esclusivo. La durata ottimale? «Mai superare i 12 minuti, piccole storie da 10 minuti circa garantiscono il mantenimento della soglia di attenzione».
«Noi siamo la casa delle storie», diceva Dina Vallino, psicoanalista scomparsa nel 2014 promotrice del rinnovamento della psicoanalisi infantile, basato sul pensare affettivo e sull’incontro emotivo. E il podcast, spiega la psicoterapeuta Valentina Fumuso, «rispecchia perfettamente questo nostro vivere di storie».
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