Come perdersi nelle città ed essere felici

Compiere una «deriva» significa attraversare uno spazio, magari i quartieri di una grande città, lasciandosi andare all’istinto, all’immaginazione, all’involontarietà e al caso. Niente mappe e niente algoritmi. Meglio prendere una stradina laterale e infilarsi in un portone, piuttosto che seguire il corso principale. È anche adottando questo atteggiamento che possiamo fare nuovi incontri, trovare l’imprevisto e scoprire angoli di città di cui ignoravamo l’esistenza. Sono spazi di solito non affollati, al riparo dalle molestie prodotte dal turismo di massa.

Di «deriva psicogeografica» aveva scritto, alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, Guy Debord, filosofo e tra i fondatori dell’Internazionale Situazionista. Debord era un grande amante di Parigi.
Si era spinto a offrire delle istruzioni vere e proprie, in modo da fare della deriva una tecnica rigorosa: «Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l’alto, in modo da portare al centro del campo visivo l’architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista».
Quella descritta da Debord sembra quasi una ginnastica e una disciplina.

Derive è una serie di Chora Media promossa in collaborazione con Trainline, l’app per confrontare e prenotare treni in Italia e in Europa. È stata scritta da Ivan Carozzi, mentre la voce narrante è quella di Ema Stokholma

Derive, il podcast narrato dalla voce di Ema Stokholma e realizzato da Chora Media per Trainline, l’app per confrontare e prenotare treni in Italia e in Europa, non ha certo il desiderio e l’ambizione di aderire ai precetti di Debord. Diciamo che Debord è solo una delle ispirazioni di questo progetto. Inoltre, la particolarità di Derive è che il mezzo di spostamento utilizzato da Ema è il treno e i punti di entrata e di uscita di ogni episodio sono le stazioni delle grandi città. L’intenzione, infatti, è comunicare a chi ascolta la convenienza e la bellezza democratica di un mezzo come la carrozza ferroviaria, il treno, che consente a ciascuno di noi di arrivare dal cuore di una città all’altra, entrando in contatto con altre persone, con un impatto sull’ambiente molto minore rispetto all’uso delle auto e risparmiandoci la fatica di trovare un parcheggio. Una volta usciti dalle stazioni, infine, abbiamo solo le nostre gambe e la nostra libertà. 

Con Derive torniamo in luoghi che già conosciamo o dei quali abbiamo già letto e ascoltato. Andiamo a Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, ma seguendo percorsi originali e incrociando storie e persone che non conoscevamo. A Torino abbiamo incontrato chi rema sul Po in canoa e siamo entrati in un ex cinema porno, oggi sede di un’associazione culturale; a Napoli siamo scesi sotto le fondamenta di un palazzo, per visitare i resti di una necropoli greco-romana; a Milano ci siamo fermati di fronte alle buffe case igloo del quartiere della Maggiolina e a Firenze ci siamo fatti raccontare la storia de «l’importuno di Michelangelo», una sorta di seccatore e stalker che Michelangelo, secondo un’ipotesi, avrebbe ritratto su un muro di piazza della Signoria. A Roma, infine, abbiamo scoperto un motto bifronte inciso sulla pietra di una porta alchemica. Dice: «Si sedes non ir». Se resti seduto, non vai da nessuna parte. Il che potrebbe essere anche il motto di Derive.

Derive è un viaggio che non sarebbe stato possibile in assenza di un paio di virtù che a me sembrano in questo periodo sempre più rare, ma che fin da subito, invece, ho ritrovato nella persona di Ema: curiosità e desiderio di conoscenza. Finché ci saranno queste due qualità, ci saranno ancora storie da raccontare e luoghi da conoscere.  

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ENGLISH VERSION

How to get lost in the cities and be happy

Making a “drift” means crossing a space, perhaps the neighborhoods of a big city, letting oneself go to instinct, imagination, involuntary and chance. No maps and no algorithms. Better to take a side street and enter a door, rather than follow the main street. It is also by adopting this attitude that we can make new encounters, find the unexpected and discover corners of the city that we didn’t know existed. They are usually not crowded spaces, away from the harassment produced by mass tourism.

Guy Debord, a philosopher and one of the founders of the Situationist International, wrote of “psychogeographic drift” at the end of the 1950s. Debord was a great lover of Paris.
He went so far as to offer real instructions, in order to make drifting a rigorous technique: «Choose your path gradually not on the basis of what you know, but on the basis of what you see around. You have to be alienated and look at everything as if it were the first time. One way to facilitate this is to walk with a cadenced step and gaze slightly inclined upwards, so as to bring the architecture to the center of the visual field and leave the street level at the lower edge of the view».
The one described by Debord seems almost an exercise and a discipline.

Derive, the podcast narrated by the voice of Ema Stokholma and created by Chora Media for Trainline, the app to compare and book trains in Italy and Europe, certainly does not have the desire and ambition to adhere to Debord’s precepts. Let’s say that Debord is just one of the inspirations of this project. Furthermore, the peculiarity of Derive is that the means of travel used by Ema is the train and the points of entry and exit of each episode are the stations of the big cities. The intention, in fact, is to communicate to the listener the convenience and democratic beauty of a vehicle such as the railway carriage, the train, which allows each of us to get from the heart of one city to another, coming into contact with other people, with a much lower impact on the environment than using cars and saving us the trouble of finding a parking space. Finally, once we leave the stations, we have only our legs and our freedom.

With Derive we return to places that we already know or of which we have already read and heard. We go to Rome, Milan, Turin, Bologna, Florence, Naples, but following original paths and crossing stories and people we did not know. In Turin we met those who row the Po in a canoe and entered a former porn cinema, now the seat of a cultural association; in Naples we went down under the foundations of a building to visit the remains of a Greek-Roman necropolis; in Milan we stopped in front of the funny igloo houses of the Maggiolina district and in Florence we were told the story of “Michelangelo’s importunate”, a sort of bore and stalker that Michelangelo, according to one hypothesis, would have portrayed on a wall of Piazza della Signoria.
Finally, in Rome we discovered a two-faced motto engraved on the stone of an alchemical door. It says: “si sedes non ir”. If you stay seated, you are not going anywhere. Which could also be Derive‘s motto.

Derive is a journey that would not have been possible in the absence of a couple of virtues that seem increasingly rare to me in this period, but which I immediately found in the person of Ema: curiosity and desire for knowledge. As long as there are these two qualities, there will still be stories to tell and places to know.

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