Numero del 15 febbraio
  • Non conoscevo Francesca Alinovi, non conoscevo il suo lavoro strepitoso di talent scout e critica d’arte, e non conoscevo nemmeno la sua fine. Babylon Dahlia, la cosa più bella che ho ascoltato nelle ultime settimane (una produzione di Chora in esclusiva su Audible), racconta tutto questo e molto di più. Racconta anche il mondo in cui si muoveva Francesca, un Bronx che assomiglia a una città bombardata e una Bologna che incarna la Babilionia d’Italia. È un mondo rivoluzionario, un mondo di artisti che trovano nel Dams (corso di laurea in Discipline delle arti, dei media e dello spettacolo) uno spazio dove sbocciare. Ed è per mano di uno di quegli artisti, parecchio più giovane di lei, che Francesca perde la vita nel giugno 1983, a 35 anni: 47 coltellate, di cui solo una mortale, inferte da un ragazzo a cui era legata da un amore tossico. La scrittrice bolognese Grazia Verasani (che ha lavorato alla scrittura con Tommaso De Lorenzis) ci accompagna in questa triste vicenda di cronaca nera con uno stile sobrio e dettagliato che ricorda quello di Stefano Nazzi in Indagini: delinea il contesto, anche quello sociale, spiega ciò che c’è da spiegare, fa emergere bene personaggi e persone. Musiche e sound design, opera del maestro Luca Micheli e del bravissimo Mattia Liciotti, pennellano perfettamente l’atmosfera dell’epoca, dando vita ai tenebrosi archi bolognesi davanti agli occhi dell’ascoltatore.
  • Sono trascorsi dieci anni da quando papa Benedetto XVI annunciò le dimissioni. Lo fece in latino: pochissimi capirono subito che cosa stava accadendo. Quella di Ratzinger fu una scelta epocale, che scosse la chiesa cattolica e alimentò svariate speculazioni. Ma come andarono le cose, in realtà? Cosa spinse davvero il papa alle dimissioni? Carlo Marroni, vaticanista del Sole 24 Ore, lo racconta in un bel podcast scritto con Andrea Franceschi e Daniele Vaschi che, anche nel sound design di Franceschi, assume spesso tinte noir. Si chiama La rinuncia e lo trovi su tutte le appe free.
  • Un paio di settimane fa è stato lanciato un nuovo progetto culturale, una rivista multimediale diretta dallo scrittore Nicola Lagioia. Il suo nome è Lucy e la amo già. Lucy ha anche un interessantissimo podcast settimanale, Fare un fuoco (sonorizzato con sapienza da Shari DeLorian), dove lo stesso Lagioia parla della storia dietro alle storie e dei retroscena delle narrazioni (a proposito di Lagioia e dei podcast, hai ascoltato La città dei vivi, vero?). Parlando di podcast che accompagnano progetti culturali di vario tipo, segnalo Worst Case Scenario (tratto dall’omonimo libro di Blackie), Zeppa (ispirato alla rivista di traduzione Intrecci), Troppo poco (che accompagna la newsletter di Will Media Chiaramente, dedicata a lavoro e salute mentale) e Un passo alla volta (che fa da corollario all’omonimo libro sul Centro Recupero Dipendenze San Nicola, nelle Marche).
  • Mi era piaciuto molto Certe cose, il podcast di Chiara Alessi per Il Post. Mi era piaciuto meno il fatto che fosse composto da sole quattro puntate. Quando ho saputo che Alessi avrebbe iniziato a fare un podcast quotidiano per Il Post la cosa mi ha rallegrato. In ogni puntata di Cosa c’entra?, pubblicata sempre a mezzogiorno, l’esperta di cultura materiale e design prende spunto da una “cosa” (un oggetto, un simbolo, un dettaglio) per raccontare un succulento aneddoto legato all’attualità. Nella prima puntata, per esempio, risponde a questa domanda: cosa c’entrano le elezioni della regione Lombardia con una gemma? Un podcast perfetto per tutte le curiose e i curiosi come me.
  • Infine, segnalo due podcast di Chora che valgono decisamente un ascolto: Un viaggio dispari, sul percorso dei diritti delle donne, e Voce della cura, pensato per accompagnare le persone che si rivolgono al Day Hospital Oncologico dell’Humanitas.
  • Dimenticavo! Lunedì, 13 febbraio, era il World Radio & Podcast Day. Per l’occasione Rai Play Sound ha lanciato Il suono del futuro, tratto dal libro Ecosistema Audio Suono, e Etere non etere, sulla storia della radio.
  • Per me gli audiolibri sono soprattutto un modo per correre contro il tempo e recuperare tutti i libri che non mi basterebbe una vita intera per leggere (nonostante non abbia mai smesso di leggere, anzi). Vale anche per Tutta intera, l’esordio di Espèrance Hakuzwimana, che anziché leggere ho – appunto – ascoltato su Storytel attraverso la voce limpida di Fatima Romina Ali. Racconta la storia di Sara, ragazza nera adottata da una famiglia italiana (come Hakuzwimana), e racconta anche la storia del gruppo di ragazzini italiani “di seconda generazione” con cui Sara inizia a lavorare come assistente a un corso pomeridiano. Poco più di cinque ore d’ascolto passate volando.
  • Un tempo leggevo parecchi thriller, poi – senza ragioni particolari – ho iniziato a leggere molti meno libri di questo genere (forse perché d’altra parte ascolto troppi podcast true crime?). Ma La solitudine degli amanti, del cronista Fabio Mazzeo, m’ispirava particolarmente. Al centro ci sono gli omicidi di due donne intorno ai cinquant’anni. Tra gli effetti personali di entrambe vengono trovati dei foglietti con scritte delle frasi di una canzone di Ivano Fossati: L’amante. La versione audio, su Audible, ha la voce profonda di Stefano Macchi.
  • Vittorio e Silvia si conoscono e si innamorano al liceo, all’Aquila, durante le proteste contro la riforma Gelmini. Il terremoto del 6 aprile 2009 non devasta solo la loro città, ma anche la loro relazione. Vittorio va a Trento a fare l’università. Quando torna all’Aquila dopo cinque anni Silvia non è più la stessa: la depressione l’ha consumata. Però l’estate non è tutto, di Valerio Valentini, è un romanzo di formazione che affonda le radici nei problemi e nella cronaca della società contemporanea. L’interpretazione di Dario Borrelli, il narratore dell’audiolibro (su Audible), ne restituisce sfumature e complessità.

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