Il sound design nel podcast: come, dove e quando

C’è un’enorme quantità di manuali, dispense, guide, corsi on line e offline che ci spiegano non solo come fare un podcast ma anche come fare, tra le altre cose, il sound design. La differenza tra i vari materiali sta nella narrazione personale, nel racconto del proprio lavoro.

Ogni individuo coinvolto in un processo creativo porta con sé le proprie esperienze, prospettive e visioni uniche. Vale ovviamente anche per chi si occupa del sound design dei podcast: il suo personale punto di vista rappresenta un elemento chiave nel plasmare l’approccio e la percezione delle opere audio su cui mette le mani. 

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Esistono alcune tattiche e tecniche per progettare “il suono dei podcast” e di conseguenza per ottenere un audio più creativo, in grado di renderti riconoscibile per i tuoi ascoltatori. In molti casi si tratta di piccole cose: un suono particolare, una musica, un modo di presentare il tuo lavoro.

Ma prima di tutto cos’è il sound design? In poche parole: fa parte del processo di post-produzione e include elementi come l’aggiunta di effetti sonori e musica.

Ecco i sette elementi principali nel sound design dei podcast.

1) In modo naturale

Il mixaggio, una delle arti segrete della creazione sonora, gioca un ruolo cruciale nella creazione dell’armonia acustica di un podcast. È un rituale che assicura che i livelli di volume danzino in perfetto equilibrio. Un mix di podcast ben realizzato è come una sinfonia naturale, in cui ogni elemento sonoro scorre senza sforzo nel successivo, senza creare fratture o interruzioni. Ogni suono deve entrare in scena con la giusta dose di volume ed intensità, creando un’esperienza d’ascolto avvolgente e piacevole. Immagina di inserire una delicata melodia di sottofondo.

L’arte del mixaggio si fa più complessa quando si registra in stereo anziché in mono. Lo stereo ti apre le porte per controllare i livelli di volume separatamente sul lato sinistro e destro, una sinfonia di potenzialità sonore. Per questo quando si tratta di conversazioni standard per il podcast spesso si registra in mono. Perché? Perché, in fondo, le voci umane emergono da una singola sorgente (mono), e l’altrove diventa distrazione quando nell’orecchio sinistro risuona una voce mentre nell’orecchio destro si staglia l’altra. Il sound design del tuo podcast dovrebbe rispecchiare l’esperienza sonora della vita reale, con le orecchie umane che miscelano le note in modo naturale.

2) Ambiente

L’atmosfera, conosciuta anche come background sonoro, è quel sussurro che ti accoglie dall’ombra e gioca dietro le quinte del palco del podcast. La sua melodia è discreta, non vuole rubare la scena, ma piuttosto comporre l’orchestra invisibile che avvolge il podcast.

Questi suoni ambientali aggiungono profondità e colore alla narrazione. Possono essere i rumori della natura, il frastuono lontano del traffico o anche semplici passi che camminano nel selciato.

I suoni ambientali non dovrebbero mai rapire l’attenzione dell’ascoltatore. La loro missione è piuttosto quella di dipingere lo sfondo ideale per la storia narrata, sussurrando nell’orecchio dell’ascoltatore e portandolo in un viaggio sensoriale. Sono il pennello nel pittore della narrazione, un elemento cruciale che fa danzare le parole in chi ascolta.

3) Sottofondo

La musica di sottofondo in un podcast è un mago dell’umore, un incantatore del tono. Ha il potere di risvegliare emozioni e dipingere scenari invisibili. Nel vasto regno del sound design del podcast, la musica si fa protagonista in due modi principali: quando si svela con un jingle introduttivo o quando si cela nell’ombra, un sottofondo melodico che accompagna le parole.

Ma attenzione, la musica di sottofondo deve danzare in punta di piedi, non rubare la scena: è un sottile ricamo sonoro, più evidente dei rumori di ambiente ma comunque discreta. Molti saggi podcaster scelgono la musica per facilitare le transizioni tra le varie sezioni o preparare il terreno per una pausa di soli voci.

Una regola cardine: la musica sbagliata, quella fuori sintonia con il tuo pubblico, può stordirlo e trascinarlo lontano dalla narrazione. Dunque, la scelta della melodia richiede sapienza e discernimento. Non lasciarla dominare in podcast lunghi, e ricorda sempre che la musica, in fondo, è l’accompagnatore silente delle parole.

4) Effetti

Gli effetti audio, conosciuti anche come SFX, sono i suoni che si fondono magicamente con il tuo podcast. Questi suoni di solito non risuonano dal microfono, ma sono creati dal tocco digitale del computer o prelevati da database sonori.

Puoi introdurre gli effetti audio con maestria per tessere una storia avvincente, per rendere un concetto più chiaro e fruibile per gli ascoltatori o semplicemente per conferire un tocco di attenzione all’ascolto del tuo podcast.

Posizionare con astuzia gli effetti audio nel tuo podcast è un’arte che può far risaltare la tua creazione ma anche conferire una maggiore didascalia nel racconto.

5) Rumori

È un’arte saper catturare la vita dei suoni, la registrazione di effetti sonori autentici che si fondono con la realtà. Sebbene spesso associato al mondo del cinema, il suo fascino si estende anche al podcast. Immagina di narrare la storia di un individuo che varca la soglia di una stanza e in questo contesto saper registrare con vari microfoni il suono della porta che si schiude e i passi che echeggiano attraverso lo spazio.

L’aggiunta di questi dettagli sonori al tuo podcast crea un tappeto sonoro che avvolge il pubblico, arricchendo la narrazione e rendendo la storia ancora più coinvolgente. È come un invito a immergersi completamente nell’esperienza, un’arte che danza tra le parole e culla gli ascoltatori con la magia del suono.

6) Fuori campo

Le voci fuori campo sono come il respiro sospeso tra le parole. Si manifestano quando registri quei frammenti extra di voce: un’introduzione, una frase di collegamento, un commento o anche una sovraincisione per preservare nomi e dati smarriti nel corso della registrazione. Alcuni narratori di podcast, inoltre, collocano commenti fuori campo come messaggi o come appunti verbali invece di scritti.

Le voci fuori campo possono essere un’arma segreta nel design sonoro del podcast, una strategia per introdurre ulteriori sfaccettature, contesti o sotto trame quando più voci danzano nell’etere. È l’arte di svelare il non detto aggiungendo profondità e dimensione alla tua narrazione sonora.

7) Su bianco

“Registrare su bianco” significa registrare una voce o qualsiasi altra fonte sonora senza l’aggiunta di effetti speciali o modifiche audio. Di solito avviene in uno studio o in uno spazio neutro e si utilizza per raccontare una storia fuori campo. In altre parole, si tratta di ottenere una registrazione pulita e naturale senza alcuna elaborazione o manipolazione aggiuntiva. senza ritocchi o correzioni. Usare nel sound design una voce “su bianco”, senza aggiunte, può essere importante per preservare un’interpretazione originale, mantenendo la voce in modo obiettivo senza influenze esterne.

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Queste sono alcune regole scritte per poi essere personalizzate attraverso i propri ascolti, i propri gusti ed esperienze. Non nascondo che mi piacerebbe narrare e ascoltare storie senza pregiudizi, ancorato fermamente ai fatti. Mi piacerebbe ascoltare registrazioni che risuonano in luoghi concreti, lontani dagli studi. Vorrei musiche e suoni che si intrecciano con la realtà, catturati dal vivo o infusi nelle registrazioni. Vorrei trovare podcast che prendono vita nei luoghi che abbracciano la storia, svelando autenticità. Un audio puro e sincero. Il podcast in alcuni casi dovrebbe essere la voce della verità, in cui il passato si riverbera inalterato. Il cuore del racconto dovrebbe evolversi nel presente riflettendo nei toni autentici della vita.

A breve faremo i conti sempre di più con l’intelligenza artificiale che modellerà forme e contenuti. Ma forse grazie alla creatività umana, l’audio rimarrà in parte autentico.

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