Amiche mie (e del podcast)

È uscito da qualche giorno un nuovo episodio del podcast Amiche Mie condotto da Barbara D’Urso, realizzato da MDE e prodotto da OnePodcast per Al Femminile, testata del Gruppo GEDI. Voglio condividere qui la genesi di questo progetto, e soprattutto una riflessione sull’importanza potrebbe rivestire per l’intero settore del podcast italiano.

Breve cronistoria: un anno fa circa ho incontrato Barbara e Angelica, e credetemi: a meno di non essere cieco, sordo o semplicemente incompetente, la potenza – e il valore – che queste storie potevano rappresentare per gli ascoltatori era chiaramente percepibile, ben al di là del fatto di avere una delle donne di spettacolo più celebri d’Italia al microfono. La questione divenne rapidamente come trasferire al meglio queste storie, che format applicare – considerando che i concetti chiave dovevano essere autenticità e spontaneità.

La risposta? Iniziare a registrare, per vedere poi come confezionare il tutto, tant’è che il titolo mi è venuto in mente pochi minuti dopo che avevamo premuto il tasto REC. Ore di chiacchiere in assoluta libertà tra Barbara e le sue amiche: erano tanto a loro agio da dimenticarsi di aver addosso un microfono o da voltare le spalle al microfono boom che le riprendeva perché s’erano alzate dal divano ed erano corse in cucina capendo che la pizza in forno s’era bruciata.

Fin qui l’aspetto produttivo, ma come dicevo m’intrigava verificare empiricamente un dubbio che mi pongo già da tempo: nel nostro Paese il podcast è un formato di comunicazione che potrà ambire a divenire un mass-media o resterà una cosa più circoscritta, magari non di nicchia ma neanche “mass-appealing”? Sono convinto che, per quanto i dati oggi indichino senza dubbio una crescita degli ascoltatori di podcast, non si debba ignorare il fatto che, “largo-circa”, uno su tre li ascolta e due no, e che debba essere quindi prioritario allargare il bacino di utenza andando oltre l’offerta di contenuti attualmente disponibile, spesso e volentieri un po’ (forzatamente?) elitaria.

Per verificarlo, e al di là del piacere di lavorarci insieme, cosa di meglio se non realizzare un podcast di valore con una delle celebrity più note del Paese, una delle pochissime persone davvero in grado di avvicinare un nuovo tipo di pubblico al podcasting?

P.S.: Eh si, dai primi dati parrebbe proprio che sia possibile raggiungere un “nuovo” pubblico per  il podcast italiano.

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