Una delle conseguenze dell’ingresso dei grandi editori italiani nel contesto podcast è sicuramente la forza con cui sapranno attrarre l’interesse di brand importanti per convincerli a investire strutturalmente in questo contesto.
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Numero del 20 settembre
Vivere di podcast è ancora un’utopia
I migliori podcast in italiano del 2023 secondo “Questioni d’orecchio”
Numero del 27 luglio
L’arte di dare voce a fumetti e graphic novel
EuPod vola in Svezia per scoprire i podcast più ascoltati (anche durante la “fika”)
Numero del 12 luglio
Se l’eccitazione passa dalle orecchie
Numero del 5 luglio
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Storie in diretta: quando la radio flirta con i podcast
Numero del 28 giugno
Gen Z e podcast: possiamo fare meglio?
Spotify e la svolta alla YouTube, tra i licenziamenti e la scommessa sulla pubblicità
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Podcast & tulipani
L’articolo di Bloomberg di cui s’è occupata Andrea la scorsa settimana, l’ultima Ellissi del bravo Valerio Bassan sulla creator economy e, soprattutto, le riflessioni di Matt Degan sulla necessità di confrontarsi con quella che ha definito «bolla speculativa del podcasting», mi hanno fatto riflettere sulla situazione italiana a fronte dei continui ingressi di nuovi player nel podcasting italiano: ma c’è davvero spazio per tutti o c’è il rischio che qualcheduno si scotti le dita?