Dpen, il podcast “live” di Palla e Zap che racconta la complessità del mondo

EEEEEEEEEEh siamo live! Non ci ricordiamo neanche più tutte le volte che abbiamo detto questa frase. Nel 2019 abbiamo abbozzato un piccolo progetto, creare un podcast. In Italia ne esistevano pochissimi, pochissime persone utilizzavano questo medium e quasi nessuno li produceva. L’idea iniziale di Dpen era quella di approfondire, in maniera leggera e divertente, diversi argomenti attuali. Volevamo avere la libertà di spaziare su qualsiasi argomento. Abbiamo quindi deciso di investire una grossa somma per la nostra attrezzatura: 18 euro per due microfoni lavalier. L’obiettivo delle nostre chiacchierate era simulare un caffè al bar con un amico, volevamo che il nostro ipotetico ascoltatore fosse il terzo amico seduto al tavolo con noi. Il podcast non stava proprio decollando, ma ci divertivamo molto. A febbraio del 2020 il lockdown forzato è diventato il terzo componente di Dpen, non potevano più vederci e registrare puntate insieme.

A questo punto Palla ha la prima idea che rivoluzionerà Dpen: parlare di crimini italiani. Zap, che lo conosce bene e ne sa una più del diavolo, gli suggerisce di aprire un podcast diverso dal Dpen tradizionale, nasce così Dpen Crimini. Le prime prove di registrazione sono un disastro su tutti i fronti. Dopo 10 giorni non esiste ancora neanche un’idea di puntata. A questo punto Palla decide di andare live, come se fosse su Twitch, e parlare a ruota libera. La storia che tanto lo ossessionava, quella di Meredith Kercher, evidentemente ossessiona anche altre persone e in un attimo scatta la magia. Prima qualche persona sporadica, poi decine di persone, poi centinaia di persone, infine migliaia di persone ascoltano i crimini narrati da Palla tutte le domeniche. Zap decide di sfruttare le sue conoscenze scientifiche per aprire il terzo podcast di Dpen: Dpen Scienza. In un’epoca che vive di complotti e fake news, Dpen Scienza vuole portare un pò di chiarezza nelle vicende scientifiche che tutti i giorni fanno parte della nostra vita. Zap decide che andare live ormai è il trademark ufficiale di Dpen, quindi anche lui decide di non tagliare niente e mettere tutto online.

Andare live è faticoso, difficile, non permette errori. Ma è anche intimo, personale, “vero” e le persone si affezionano a te prima che al contenuto. Ridi con loro, ti incazzi con loro, sbagli e ti correggi, proprio come nella vita reale. Non ci sono tagli, musiche o effetti speciali. I protagonisti sono due: il podcaster e la storia che racconta. Questo taglio molto “raw”, molto grezzo, è stato il nostro segreto e la nostra più grande intuizione. Abbiamo sempre pensato a fare quello che più ci piaceva e più ci divertiva, senza pensare troppo ai numeri social o agli ascolti. Zap ha deciso di spiegare come fare podcast in un canale dedicato, mentre Palla si diletta in sproloqui religiosi, quando ha tempo e quando si ricorda, su Dpen Religione. Lo stile e la riconoscibilità sono sempre gli stessi.

Dpen ci ha cambiato la vita perché ci ha permesso di entrare nella vita di migliaia di persone, di riflettere con loro e di comunicare davvero senza filtri. Ha portato il true crime sulla bocca di tutti, facendo vedere che si possono raccontare delle storie drammatiche in modo fresco e coinvolgente. Fare podcast non è facile perché non è ancora sdoganato a livello italiano. Girano pochi soldi, c’è poco successo e poca riconoscibilità. La maggior parte dei podcast apre e chiude in meno di un mese, perché non offre nessuna ricompensa immediata. È un lavoro che non produce uno stipendio, ma un lavoro bellissimo. Ci ha regalato dei momenti bellissimi, come quando abbiamo raggiunto un milione di ascolti. Per molti è un traguardo banale, spesso ci siamo sentiti dire che esistono tantissimi video che hanno milioni di visualizzazioni. Ma il podcast è un contenuto difficile, lungo, solo audio. Il nostro è un contenuto in diretta, se ti distrai fai fatica a ritrovare il filo del discorso, dei ragionamenti, degli indizi.

Ecco forse è questo che ci ha insegnato Dpen; che oggi le persone, in un’epoca social, hanno più che mai voglia e bisogno di prendersi del tempo per ascoltare contenuti un pò più ostici, più lunghi, meno immediati. Noi siamo sempre gli stessi, sempre gli stessi due “pirla” che parlano davanti a un microfono e le cui vite evolvono, come quelle di tutti. Forse un pò più consapevoli che arriviamo nelle orecchie di tante persone, che alcune stupidate non possiamo più dirle e che abbiamo una piccola responsabilità ora. Abbiamo ristrutturato Dpen “Giallo”, il nostro primo podcast, perché adesso non viviamo tanto vicino, e un paio di volte al mese parliamo di libri. Partiamo da una citazione, un’idea, un pensiero, e ci lasciamo trasportare dal flusso che ne nasce. Epicuro, Obama, Harari. Qualsiasi cosa. Perché le persone hanno bisogno di ascoltare anche contenuti lunghi e complessi e il podcasting in generale, se vorrà avere un ruolo importante nelle vite delle persone, dovrà affrontare la complessità del mondo. Amiamo pensare a un medium che le persone possono ascoltare in macchina, mentre fanno i lavori in casa, mentre si allenano, in situazioni che prima erano relegate nel regno della noia. Quante persone ci scrivono che non vedono l’ora di andare a lavoro così possono ascoltare Dpen in santa pace? Ecco, questo è Dpen.

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